ElectroWorld

[10-13/08/2006]SUMMER DARKNESS, Utrecht (NL)

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LilleRoger
view post Posted on 2/9/2006, 13:04     +1   -1




Dopo 4 giorni ad Amsterdam, arrivare ad Utrecht mi ha fatto venire una sensazione analoga, per rimanere in luoghi per due terzi abbondanti della mia vita a me cari, a passare dagli sfarzi della Costa Smeralda ai desolanti filari di fichi d’India del mio paese natale. Insomma, dai, non proprio. Almeno Utrecht un posto nella cartina geografica ce l’ha. Carina, elegante, pulita. I consueti canali, la consueta pioggia e il conseguente scroscio in sovrapposizione di porconi assortiti.
Quattro giorni per un festival del genere mi sono sembrati un po’ tanti, anche perché, diciamocelo, questo per una serie di ragioni se lo può permettere solo Lipsia. Ma poiché vengo da una landa in cui ben poco o nulla accade, tanto di cappello a un evento del genere, sebbene in un contesto abbastanza sfigato: per il quasi accavallamento con il M’Era Luna, per il poco “contorno commerciale” –insomma, nemmeno gli sponsor! (solo quelli della Infacted hanno resistito per 3 giorni di fila…)- e la promozione disastrosa, ché almeno un sito decente in inglese e una timetable che non cambiasse da un giorno all’altro forse una parvenza di professionalità in più l’avrebbero data. Ma locations ottime (persino il Duomo della città… ), partecipazione del pubblico e concerti che definirò con molta classe “della madonna” hanno fatto il resto. Complimenti, quindi.

Al primo appuntamento della kermesse, ovviamente,non potevamo mancare. Bauhaus, no need to explain why. Spetta agli italiani-di-Frosinone Chants of Maldoror aprire le danze, primi a esibirsi di un nutrito drappello di band nostrane (oltre loro, Ataraxia, Gor, Corde Oblique e XP8) presenti alSummer Darkness. Che dire? A noi ci piacciono tanto i Christian Death, i Bauhaus e il detterocche d’antan. Uno scoperchiamento bare che però, nel suo opportuno contesto, non sfigura. E la dice lunga il fatto che siano stati così bene accolti da un pubblico che, ammettiamolo, non era certo lì ad aspettare loro.

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I Bauhaus due volte in un anno: solo con Suicide Commando (3 volte in 10 mesi!) e poco altro ero arrivata a tanto :P E, memore della loro strepitosa esibizione milanese di febbraio, ero partita con ottime aspettative – e speranza alcuna, in quanto certa del risultato. E infatti l’inizio con la doppietta “Double dare”- “In the flat field” ha avuto del deflagrante, con un Daniel Ash per cui il tempo pare essersi fermato (da lontano, almeno… da vicino fa un attimino effetto Keith Richards…) e un Peter Murphy, manco a dirlo, algido e teatrale, con quella sua inconfondibile timbrica che farebbe venire i brividi anche ai sassi. E tutto scorre bene attraverso i vari pezzi che hanno fatto la loro storia, da “Hollow Hills” a “Kick in the eye”, fatto salvo che a un certo punto il signor Murphy si siede e canta così. Uno, due pezzi. Tre. E ancora. Anche due brani nuovi, bruttini a dire il vero. C’è stato qualche problema tecnico, ma sembra passato. E’ palese che sia incazzato. Di brutto.

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E la conferma ce l’abbiamo quando il momento in cui si degna di alzarsi coincide con l’inizio della bagarre. Una discussione piuttosto animata con il gemello-Haskins-bassista, a cui segue un’altra manciata di pezzi controvoglia, poi torna alla carica e nella mischia ci si mette anche Ash, pare inutilmente impegnato a fare da paciere. Finché tutti spariscono dietro le quinte. E l’attesa si fa snervante. Il gemello Haskins-batterista prende il microfono, giustifica tutto questo con non meglio definiti “problemi tecnici”, regala le bacchette – e ovviamente nessuno ha creduto una virgola di quanto ha detto. Peggio di un portavoce parlamentare, insomma. E i minuti passano ancora, in silenzio. Interrotto da fischi e lanci di bicchieri sul palco, e vi giuro che, da quello che ho potuto constatare, a far perdere la pazienza a un pubblico pacato come quello olandese bisogna metterci dell’impegno.
Scene che non mi aspettavo sicuramente di vedere. Perché così poco rispetto per il pubblico non lo ritengo in alcun modo giustificabile. E a nulla vale che, dopo una “finta” per cui in teoria avrebbe dovuto finire tutto lì, i Bauhaus riappaiono sul palco, con Ash che mi è parso l’unico con un filo di motivazione, a fare la “Bela Lugosi’s Dead” che tutti-si-aspettavano, poi tanti saluti e buonanotte. Che amaro in bocca. Per quanto quel che di concerto c’è stato fosse eccellente, una caduta di stile clamorosa per un gruppo che anche in tempi recenti ha dimostrato di essere Storia. Noi e il nostro bidone andiamo in albergo. Il Dj del post-serata lo lasciamo volentieri ad altri…

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Apertura “ufficiale” del festival,oggi, e giornata moderatamente fitta di appuntamenti- e meno male, visto che Utrecht, oltre contare le barche che passano sotto i ponti, c’è poco altro da fare. Le condizioni meteo avverse, poi, contribuiscono a creare un quadretto di fantozzismo micidiale, a cui con la consueta verve bestemmiatrice arrivo alle 16:30, quando, nel Duomo della città, ci apprestiamo ad assistere alle performance acustiche di Ataraxia e Gor.

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I primi, sarà l’ennesima volta in cui li vedo, e anche stavolta entusiasmano: ripescando dalla parte del loro immenso repertorio più legata alla tradizione medievale, Francesca Nicoli tesse le sue stupende trame vocali, in una cornice quanto mai suggestiva. Di Gor, invece, avevo giusto sentito qualche brano su cd, e la dimensione live conferisce “qualcosa in più” ai loro suoni caldi, mediterranei, che riportano a un passato radicato ed invisibile. E un plauso al grandioso Francesco Bianchini che, in un attimo di amnesia, con uno spiccato accento partenopeo presenta un brano il cui testo è, sue parole, “taken from a poem of…of.. come cazzo si chiama? Ah, Jacopone da Todi!!!!”, con tanto di espressione finto-imbarazzata per l’uscita non proprio da galateo della Casa del Signore. Un mito, poco altro da aggiungere! :D

Ci spostiamo al Tivoli per entrare in territori electro, e ad attenderci c’è il live dei Frozen Plasma, che a causa di una serie di episodi fantozziani (insomma, invece che alla meta prefissata l’abbiamo finita nel mezzo di una festa fetish…) avevamo mancato in quel di Lipsia. Un solo album, a mio parere, rimane troppo poco per valutare la qualità di un gruppo, ma la creatura di Vasi Vallis e Felix Marc si è distinta con un sound semplice ma “profondo”, capace di combinare un forte mood 80s con il moderno synthpop. E quando si assiste a concerti di questo genere anche un filo di ripetitività può essere perdonata: per la voce di Felix, calda e intensa, per chi scrive una delle migliori nella scena attuale, per melodie mai scontate o banali che portano con sé un velo di apprezzabilissima malinconia, e perché, oh, insomma, in certi punti mi sono quasi commossa – segno che lo scorza della rude donna industrial è rimasta tale solo a livello di gusti… c’est la vie.

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Al concerto di Faderhead, lo ammetto, mi sono avvicinata con diffidenza. Su disco non mi era piaciuto, e dal vivo mi è piaciuto ancora meno. Piatto, monocorde, apatico. Noioso da morire e per questo giustificante un giretto al bar, e in quei due solitari banchi di merchandising che presenziavano. Mi chiedo solo come tali obbrobri possano essere definiti da qualcuno “next big things” o termini pomposi del genere. Fondamentalmente inutile, ma gradito, sembrerebbe dai presenti. Contenti loro.

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E infatti non ho mai atteso i Vnv Nation così tanto. Un fugace incontro con Ronan Harris, che oltre che con il suo “conoscente-di-vecchia-data” (Candyman, ovviamente…) è stato, ehm, particolarmente affettuoso anche con la sottoscritta (gh), ha ulteriormente fatto guadagnare punti al tipo in questione come personaggio, e a farglieli guadagnare come artista,beh, è stato quello che è venuto poi. Si è rafforzata la mia convinzione che pochi gruppi riescano a gestire uno spettacolo come loro, non tanto per gli ormai celebri “siparietti comici” del signor Harris (che però, diciamocelo, hanno un potere di coesione non da poco…) ma soprattutto per il modo in cui riescono a creare l’effetto “grande famigghia” tra i l’un l’altro sconosciuti sotto il palco. L’istrionico Ronan non ci risparmia purtroppo da “Chrome” (argh!), ma ci regala ancora “Legion” e “Honour”, tirando in ballo Mark Jackson e il session a tempo indeterminato Vasi Vallis – ebbene sì, ancora lui, lo stakanovista del festival. Forse anche un attimo di eccesso di zelo quando Harris, di fronte a un pubblico già saltellante, incita “This is not a funeral, come on!”, ma per coloro che si possono fregiare il titolo di re del future-pop, nonostante lo scivolone di “Matter and form”, questo e altro. Un concerto per cui spellarsi le mani dagli applausi ci sta dentro, come dicono i giovani.

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E prima di porre fine alla giornata crollando sul materasso, piccola riflessione sui dj presenti e un’amara constatazione: non lamentiamoci che in Italia mettono sempre le stesse cose perché, a quanto ho sentito lì, non è che altrove siano messi meglio. Suppongo sia perché alla fine questo è ciò che vuole la gente. Per cui iniziamo a detestare la gente invece dei dj. Fine excursus misantropo.

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E’ sabato e oggi ci sono Welle Erball. Questo il pensiero con cui mi sveglio. Memore di una loro esibizione al M’era Luna nel 2004, in cui, testimoni loro malgrado Gnosis e lucylle, mi sono incantata come una bambina golosa di fronte alla macchina dello zucchero filato.

Ma prima c’è altro da fare, e abbastanza. Per cui ci facciamo la nostra scarpinata fino al Tivoli- De Helling, che ci dà occasione di visitare un pezzo di Utrecht proletaria, per assistere al concerto di Reaper. Appurato che ormai Vasi Vallis è l’impiegato dell’anno della scena electro attuale, ribadisco quanto già affermato in occasione del Wgt: sul palco, a mio parere, c’era almeno un fraticello di troppo (eh!), il progetto non brilla per originalità o verve, ma sa fare il suo dovere in maniera più che dignitosa. Ovvero far ballare senza presunzione di tamarraggine, fare la sua figura a livello scenico, scrivere il proprio nome nell’ebm-elenco risultando, per quanto non strepitosi, migliori di tanti altri.
Su Absurd Minds due- parole-due: Projekt Pitchfork!!! Come copiare spudoratamente dai loro albori, in TUTTO, e non sforzarsi di migliorare nemmeno un po’. A quanto so io le clone-bands le fanno suonare nelle discoteche o nelle birrerie, evidentemente a qualcuno è riservato un destino migliore. Mah.

Ritorniamo al “fratello maggiore” Tivoli, accompagnati dalle consuete e ovviamente pessime condizioni meteo, e la gente, intanto, continua ad affluire: i Grendel giocano in casa, e se è vero che i supporter in questi casi possono fare molto, parte anche un gradito vaffanculo a tutti coloro che sostengono che l’ebm “è tutta uguale” e che i concerti del genere non sono che una mera riproposizione delle incisioni in studio. La band olandese ha letteralmente, per dirla in maniera schietta-e-sincera, spaccato il culo. Una “Soilbleed” ancora più violenta, che riesce a far svanire la nausea indotta da mille ascolti in giro per locali, e una “Crucify” energica –barra-devastante, che trasforma la platea (ehm, c’è da dire che si stava anche abbastanza tutti allegramente gomito a gomito, vista la marea umana che c’era…) in un immenso dancefloor – di quelli pestati, però. E arriva la genuflessione per aver mandato, durante “Zombi Nation”, le immagini del cult italiano “Zombi Horror” di Andrea Bianchi, per chi scrive una pellicola che nel suo trashame in me ha lasciato il segno… dai… il nano- bambino… gli zombi etruschi esperti nell’uso delle seghe circolari… ehm, tornando alla musica, un concerto grandioso, che appunto dimostra che di harsch c’è quella bella e quella che non lo è. Fine siparietto polemico, per ora.

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Perché per me ora arriva il clou: Welle Erdball con quell’immagine un po’ vintage e un po’ nerd sciccoso, quel culto del Commodore 64 che si traduce in suoni retrò ma che non sanno di antitarme, insomma. E, come accennato prima, avevo ancora vivo il ricordo di quel concerto al M’Era Luna in cui sparavo certi oooooohhhhhhhhh di meraviglia da sentirmi deficiente per tutta la vita.
Cosa dire se non che è stato LO spettacolo (e l’articolo determinativo in maiuscolo non è una svista in sede di battitura) del Summer Darkness? Che darei un rene per assistere ancora a un concerto del genere perché tanto il fegato me lo sto già mangiando dato che in Italia non vengono nemmeno quest’anno e il tour in Svizzera è infrasettimanale, e giù bestemmie? Prima davanti al sipario, con due piccoli apparecchi usciti da chissà quale fiera del modernariato, poi si apre e le due donzelle del gruppo fanno partire due triangoli luminosi che girano vorticosamente intorno a loro, mentre il pubblico applaude… ed è appena cominciata. E infatti è stato solo l’inizio di una serie di trovate sceniche, dal famigerato lancio di palloncini giganti (e noi tutti a lanciarceli come fessi), all’uso di pedane mobili, a coreografie e scenografie capaci di scatenare in chi scrive emozioni quasi infantili – e intendo da infanzia da mulinobianco, quello dove tutto è bello e tutto è meraviglia e non gira nemmeno un pedofilo al parco. Tanta attenzione, ma non troppo, al nuovo album “Chaos Total” in arrivo a inizio settembre, con la melodia accattivante di “Der Telegraph” e il minimale e veloce incedere da vecchio videogame di “Sternenkind”. E un occhio di riguardo anche per il passato, con delle grandiose “Starfighter” e “Arbeit Adelt”, e in mezzo tanta, tanta emozione. A fine concerto dico, magari stupidamente, “I Welle Erdball mi fanno felice”, ma c’è gente che è felice allo stesso modo con Combichrist e quindi non penso di avere meno problemi di altri.

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E infatti, Combichrist: ma basta. Chiariamo: se viene considerato pure entertainment, allora posso anche essere d’accordo, e LaPlegua and co. ci riescono molto bene; ma quando sento gente che lo elegge a suo gruppo preferito credo di avere ogni ragione a rimanere perplessa. Roba buona per ballare e a volte nemmeno per quello visto che mi è venuta a nausea, ma la marea umana che si scatena al ritmo di “Get your body beat” mi smentisce- almeno al di là della sfera della mera opinione. Continuo a considerare questo progetto pura musica da sgambettamento e niente più. Se è questo il fine, ok: non apprezzo, ma rispetto. Ma ciò non toglie che dopo una manciata di canzoni io e il Consorte concludiamo che ci siamo rotti e leviamo felicemente le tolle – 3 volte in 10 mesi anche loro: l’effetto Suicide Commando di cui a inizio articolo colpisce ancora….

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L’ultimo giorno ci concede una tregua dalle secchiate di pioggia dei giorni precedenti, e per chi scrive l’unico appuntamento importante comportava un po’ di ore di attesa. Per cui, giornata di dolce far niente fino ad arrivare a F.L.A. Anche se, quando arriviamo al Tivoli, ci tocca subire gli Stromkern. Dal vivo non sono male, ma è proprio quello che propongono a non piacermi nemmeno di striscio. Soprattutto per le parti rappate, per me odiose, e per quel senso di “ne potevamo fare a meno” che permea la loro esibizione, a mio parere lunga e noiosa come tutte le cose che non incontrano i nostri favori ma volenti o nolenti ci tocca subire.

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Il fatto che il locale fosse semivuoto mi ha dato a che temere che per Front Line Assembly non ci fosse il pubblico che mi aspettavo, ma sono stata prontamente smentita… tanto che per riuscire a vedere qualcosa l’abbiamo finita sul soppalco…
L’attesa è stata abbastanza snervante, circa un’ora sulla tabella di marcia, ma quello che è venuto poi l’ha ampiamente ripagata. Rimaniamo un po’ sorpresi nel vedere un palese, ehm, ringiovanimento della line-up (e chissà se è solo per il live… mysteria mundi…), ma il signor Bill Leeb, eh, è sempre lui. Un po’ devastato, ammetto, ma capace di mettere insieme un concerto che è stato un capolavoro. Per la scelta dei pezzi, in perfetto equilibrio tra passato e presente, tra i pezzi di “Artificial Soldier” e quelli, fra l’altro, di “Civilization”, e per l’energia che sprigiona dai loro ritmi coinvolgenti. E in questo caso, il termine “Storia” non è messo a sproposito. E purtroppo la sfiga giunge proprio in quel momento, a capottare la sottoscritta con dolori di varia natura che le impediscono di godersi a fondo la performance… qualcuno d’altra parte lo stava già facendo per me… ;)

Conclusione, nonostante la sempiterna jella, più che felice per la kermesse. E riapriamo le solite polemiche su come nel nostro paese cose del genere sono inimmaginabili, e non credo solo per la mancanza di organizzatori, ma anche perché spesso, e l’ho visto con i miei occhi, nel nostro c.d. ambiente il fattore musica passa in secondo piano rispetto ai suoi corollari. Un festival “locale” ma sentito, che non riuscirà mai per ovvi motivi a competere con altre manifestazioni più blasonate, ma che ogni anno riesce a mettere insieme un bel po’ di gruppi interessanti e avere il debito responso. E l’indomani, sotto la pioggia battente che è tornata a scassare prosaicamente i maròni, si torna in Italia. A proposito, ma non si diceva mica che dovessero venire i Feindflug?



 
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theMaze
view post Posted on 2/9/2006, 16:39     +1   -1




bel report lilli!

seppure con qualche divergenza di opinioni (faderhead e stromkern a me piacciono, comunque non c'ero e non posso giudicare le rispettive performance)...

E ancora non sono riuscito a vedere i welle:erdball :'( diobono...

Riguardo la line-up dei FLA, tutti gli elementi live hanno collaborato in qualche modo all'ultimo album... se ci saranno ancora nel prossimo, questo ovviamente non è dato sapere. ;)
 
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Snuff238Mazend
view post Posted on 2/9/2006, 16:53     +1   -1




CITAZIONE (LilleRoger @ 2/9/2006, 14:04)
E arriva la genuflessione per aver mandato, durante “Zombi Nation”, le immagini del cult italiano “Zombi Horror” di Andrea Bianchi

ma daiiii!!!!

:D figo

cmq complimenti per il report...hai la capacità di riassumere bene le atmosfere degli eventi, anche per chi non ci partecipa!
 
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LilleRoger
view post Posted on 3/9/2006, 10:47     +1   -1




@Snuff: in quel momento ho raggiunto livelli di esaltazione stellari :D

@Maze: eh... de gustibus :P Per Stromkern, comunque, il mio "pollice verso" è dovuto proprio al fatto che non mi aggradano, anche se in sede live penso che abbiano il loro perché- e più di uno!!!... per Faderhead, invece, zero feeling... opinioni ;)

E a entrambi grazie per il feedback... fa sempre piacere... :)

 
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[pako]
view post Posted on 3/9/2006, 20:12     +1   -1




Bellissimo report Fede.
Ho ghignato come un deficiente durante alcuni passi mentre lo leggevo e, in altri invece, ti ho quasi invidiata per non poter esser stato li ad assistere ad un concerto davvero sensazionale (e mi riferisco in particolar modo a quello dei FLA).
Molti gruppi tra quelli presenti a questa manifestazione (Bauahus per primi) non mi sconquinferano per nulla. Ecco il solo motivo per cui ho deciso di non partecipare all'evento.
Complimenti ancora. Fa sempre piacere leggere dei bei resoconti come il tuo e quel pizzico di "polemico" che inserisci di tanto in tanto ti assicuro che non guasta mai. Bravissima.


P.S.: Posso fare una richiesta?
Rivoglio la "rude donna industrial" come l'ho conosciuta anni fa.
E' possibile? ;)
 
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Dj NOX
view post Posted on 3/9/2006, 23:29     +1   -1




ottimo report, ben scritto e molto sentito.

però basta dare addosso a combichrist, ormai è come sparare sulla croce rossa :)
ma possibile che faccia così schifo a tanti? ho sentito ben di peggio negli ultimi 15 anni, a me tanto male non sembra...anzi.
di certo sono opinioni, ma pensare che faccia oggettivamente schifo (come musica "seria"), mi sembra esagerato.

ps: non ho visto le altre esibizioni bocciate, ma anche io mi aspetto molto live da stromkern e faderhead, spero di appure presto di persona...
 
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LilleRoger
view post Posted on 4/9/2006, 08:52     +1   -1




CITAZIONE (Dj NOX @ 4/9/2006, 00:29)
però basta dare addosso a combichrist, ormai è come sparare sulla croce rossa :)
ma possibile che faccia così schifo a tanti? ho sentito ben di peggio negli ultimi 15 anni, a me tanto male non sembra...anzi.
di certo sono opinioni, ma pensare che faccia oggettivamente schifo (come musica "seria"), mi sembra esagerato.

Di peggio ce n'è sicuramente, a quello non c'è mai fine... :lol:
ma altro che sparare sulla croce rossa, a me sembra il contrario piuttosto! Anyway, la mia opinione su CC è risaputa, e più li vedo on stage più si rafforza. Poi, i gusti sono gusti... un report vale solo come tale e chi lo scrive non pretende di farsi portatore di verità assolute... ;) Grazie anche a te per il feedback!
Allora qualcuno ciò che scrivo lo legge :P
 
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Volt
view post Posted on 4/9/2006, 09:06     +1   -1




non sono il primo stavolta :(

complimenti ancora una volta per il report!... fra i vari concerti, vorrei vedere in assoluto i Welle:Erdball ed i Frozen Plasma...oltre ai Grendel di cui leggo sempre un gran bene riguardo le loro esibizioni live.

anche io sono di quelli che gli Stromkern non li sopporta, quelle ritmiche e liriche reppate le odio.

sul discorso Combichrist; beh, bisogna prenderlo per quello che è, puro intrattenimento...bene o male è esclusivamente musica per far ballare.
 
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Candyman
view post Posted on 4/9/2006, 11:11     +1   -1




Perchè "basta dare addosso a Combichrist" ?? Un recensore ha il diritto di scrivere le proprie opinioni (ovviamente cercando di supportarle con delle argomentazioni), ma sempre libere opinioni restano. C'è di peggio di Combichrist? Beh, per me sì : i vostri amati Tamtrum, l' ultimo Terminal Choice, 3/4 della Noitekk, ecc..... :D

In quanto ai "live" di Stromkern e Faderhead, sempre lì torniamo: de gustibus. A me il disco di Faderhead non è spiaciuto (ne ho fatto anche una discreta recensione per Ver Sacrum), ma il concerto mi ha fatto veramente schifo. In quanto agli Stromkern, beh questi non li reggo proprio, manco su disco.... e poi "rappano", quindi, non fanno per me.


Edited by Candyman - 4/9/2006, 12:19
 
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Dj NOX
view post Posted on 4/9/2006, 11:22     +1   -1




QUOTE (Volt @ 4/9/2006, 10:06)
sul discorso Combichrist; beh, bisogna prenderlo per quello che è, puro intrattenimento...bene o male è esclusivamente musica per far ballare.

anche questo è un luogo comune secondo me...bisognerebbe andare a definire cosa è la musica di puro entertainment...ovvero, io per esempio i dischi di cc me li sento pure a casa, a quel punto cos'è, intrattenimento casalingo? :D

QUOTE (Candyman @ 4/9/2006, 12:11)
Perchè "basta dare addosso a Combichrist" ?? Un recensore ha il diritto di scrivere le proprie opinioni

e un lettore ha il diritto di contestarle, se lo ritiene giusto ;)

tanto alla verità assoluta non ci arriva nessuno, tanto vale essere dialettici no?

io dico "basta dare addosso a cc", in quanto, in risposta al trend pro-cc ne è nato un altro (riguardo al quale, tra l'altro, non accuso minimamente la Fede di appartenerci, in quanto solo lei sa quanto la stimo ;)) del dire quanto fa schifo, co' sto loghetto "musica di intrattenimento" che mi ha stufato. Tutto qua!
 
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Volt
view post Posted on 4/9/2006, 11:29     +1   -1




anche io me lo ascolto a casa, ma ritengo sia comunque musica esclusivamente da intrattenimento, perchè i testi, quando ci sono, sono stupidi e senza profondità, perchè credo che Andy stesso non chieda altro da questo progetto.
poi a me CC piace, quindi non mi faccio troppe paranoie a riguardo. Intrattenimento o meno, lo ascolto ugualmente :D
 
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10 replies since 2/9/2006, 13:04   547 views
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